L’India è sempre una sorpresa …  sospesa tra  realtà e immaginazione, governata da regole assurde, ha l’effetto di ricordarmi  che un mondo può essere assorbito anche attraverso brevi sguardi e sensazioni ciascuno dei quali si fissa ad un oggetto, una storia, un ricordo. Create un equilibrio con l’ambiente che vi circonda, prendetevi tutto il tempo che vi serve ed entrate in queste immagini senza invaderle in perfetta armonia. Figure eleganti e delicate immerse in una luce semplice e naturale si apriranno davanti a voi. Non voglio dimostrare niente, ma solo osservare e cercare di capire ….


STATO DEL  GUJARAT.


Siamo a una ventina di km da Ahmedabad in uno dei più bei pozzi a gradini del Gujarat. Ricostruito nel 1500  per  volere della regina Rudabai su resti di costruzioni antichissime, decorato da raffinate sculture in pietra. L’atmosfera è rotta da chiassose scolaresche.






Il tempio di Modhera è un complesso edificio sorto intorno all’anno 1000  ricco di colonne finemente scolpite raffiguranti dei e demoni.






Di fronte un pozzo rettangolare con tantissimi altari dedicati agli dei.




Rani Ki vav, uno spettacolare pozzo a gradini, il più antico del Gujarat.








 La moschea di Jama Masjid fu eretta con materiali provenienti da templi hindu.





Il pozzo di Dada Hari Waw, un altro pozzo a gradini che termina in una piccola vasca ottagonale.




 L’atmosfera è vagamente misteriosa e presenta tecniche di costruzione già viste in altre in altre parti del mondo.




Palitana è il più importante sito di pellegrinaggio giainista, un’incredibile distesa di templi in cima ad una collina. Non posso competere con la qualità fotografica dei professionisti dell’immagine … ma posso cercare di restituire spessore, profondità e sfumature, cercando di colmare gli spazi vuoti ….






Lo scenario visto dall'alto è spettacolare.






 L’interno è un’apoteosi di sacro e profano,






 … monaci e draghi, viandanti e fedeli in pellegrinaggio ….








… La leggenda dice che il tempio di Somnath abbia assistito alla creazione dell’universo. E’ uno dei 12 santuari più sacri dedicati a Shiva … al cui interno è vietato fotografare. Il tempio possiede linee armoniose e simmetriche, ricostruito con metodi tradizionali sul sito originale con l’oceano ai suoi piedi, rendendogli  un’atmosfera affascinante e unica. Occorre un po’ di fantasia ma immaginarselo com’era non è difficile, comunque da non perdere.




Porbandar  è una cittadina portuale.  Il mare alla prima occhiata sembra molto inquinato ed offre ben poco e le strade molto trafficate trasudano odore di  pesce secco.


Ma in questa città è nato un  uomo che ha  mutato il corso della storia del XX secolo, il Mahatma Gandhi.



 … il punto in cui  nacque il 2 ottobre 1869 contrassegnato da una svastica.


Siamo a Dwarka.  Questo tempio è uno dei quattro siti hindù più sacri dell’India. Qui Krishna stabilì la sua capitale.




Sulla strada visitiamo anche il tempio di Rukmini, ed è un’apoteosi di colori e volti.  Io continuo a fotografare. Sono completamente ubriaco di immagini  …..




La vita ha  inciso i loro volti, il tempo gli ha dato la capacità di sopportare l’insopportabile … non basta un fiocco, un orecchino  o un filo di trucco per nascondere i segni di una vita vissuta intensamente …..







Jamnagar è una città colorata con molti edifici fatiscenti che si distendono intorno al lago Ranmal.






al cui centro sorge un piccolo palazzo un tempo proprietà del maharaja.




Questo tempio è entrato nel Guinness dei primati perché dal 1964 si cantano inni sacri senza interruzione.


 Siamo arrivati a Bhuj che useremo come base per visitare i villaggi sparsi in questa regione al confine con il Pakistan dal quale ci separa questo deserto di sale



 … a seguito del terremoto avvenuto nel 2001 i villaggi sono stati in parte ricostruiti. Di originale rimangono solo loro con i loro abiti tradizionali, in un calendoscopio di immagini stupende. 



























STATO  DI  MAHARASHTRA.


Nasik è una cittadina adagiata sulle sponde del Gadavari, uno dei fiumi più sacri dell’India, la porta d’accesso ad un mondo immaginario.  Nasik è una città di pellegrinaggio e di morti  … dove le persone arrivano in un momento della vita in cui tra la gente che si è conosciuta i morti sono più dei vivi.






L’atmosfera è carica di spiritualità. Ogni dodici anni vi ha luogo il Kumbh Mela, il più grande raduno religioso del mondo. Questo è il posto dove Rama taglia il naso alla sorella di Ravana. Posto molto coinvolgente dove ci si imbatte ad ogni angolo  in templi molto pittoreschi, santoni e fedeli in pellegrinaggio ed esotici  ghat per le abluzioni.






Ajanta racchiude in sè un ricco patrimonio di inestimabile valore artistico.  30 grotte scavate nellaroccia  a partire dal II sec. dC.





… facciate riccamente decorate…





… un Buddha disteso che si prepara ad entrare nel nirvana….







… sono incantato dai dipinti di squisita fattura perfettamente conservati, evocativi di  luoghi leggendari, e li guardo avidamente mentre l’immaginazione cerca di riportarli in vita da distanze enormi …






… le decorazioni interne sono autentica espressione di un mondo perduto in un delirio di  fantasia: colonne, capitelli, soffitti decorati con motivi geometrici e floreali  e sulle pareti scene della nascita del Buddha …







L’architettura rupestre indiana raggiunge il suo vertice con Ellora. Per cinque secoli monaci buddhisti, hindu e giainisti scavarono monasteri, cappelle  e templi, 






… decorandoli con sculture di straordinaria bellezza.






Il  più incredibile è il  tempio di Kailasa dedicato a Shiva che rappresenta la sua dimora sull’Himalaya, è  la più grande scultura monolitica del mondo. Costruita in 150 anni è un’opera ardita, un autentico capolavoro di ingegneria. L’interno è un tripudio di raffigurazioni mitologiche di Vishnu, decorazioni e bassorilievi e due poderose colonne monolitiche. Qui  parlano le immagini…







Un bellissimo incontro con due monaci tibetani. Colgo l’occasione per accogliere  l’invito del consiglio nazionale tibetano in esilio che è quello di stimolare  discussioni e temi sulla questione tibetana. Esistono tutt’oggi  monaci tibetani che  scompaiono nell’indifferenza  generale senza contare i giovani e gli anziani che si immolano sull’altare della speranza. Il Tibet è in guerra, combattuta con le armi della controinformazione alla propaganda cinese e gesti di disobbedienza civile. Non bisogna mai cedere all’indifferenza e alla rassegnazione. Il mondo ha un debito enorme con il Tibet e con la sua popolazione di fronte all’occupazione cinese. Dobbiamo sempre ricordarci chi siamo e non abbassare mai la guardia.            FREE   TIBET.


STATO DEL   ANDHRA   PRADESH


Siamo a Hyderabad capitale del Andhra Pradesh.  Siamo nella piazza principale  della città, con il Charminar , costruito intorno al  ‘1500 per commemorare la fondazione della città. Ha indubbiamente una scenografica struttura con al piano superiore la moschea più antica della città. Città di passaggio che a mio  parere si può anche saltare.





STATO  DELL’ORISSA


Ho lasciato un’ernia per le strade infami dell’Orissa, e  come al solito ho fatto finta di nulla per non fare brutte figure ….La pianura si srotola davanti a noi con il passare dei chilometri.




Il periodo è quello del raccolto dove le spighe di grano vengono ancora falciate a mano e ammucchiate a formare covoni,  mentre tra le distese di  risaie e le  colline verdi dei  territoritribali resiste una società arcaica che vive in condizioni estreme.




… Occorre guardare questo mondo  da un altro punto di vista, molto più sensibile. Non posso evitare le immagini di povertà perché ci sono …  ma vorrei che  riusciste  a tenerle a debita distanza curando  i dettagli, le luci sui  volti, nel  particolare di un gesto catturato al mercato mentre un mondo scivola  occupando uno spazio in cui io sono l’intruso. Prendetevi tutto il tempo che serve, cogliete in queste immagini lo scorrere lento del tempo,  permettetevi  una lettura calma delle  sensazioni, percezioni, impressioni, che con la fretta sarebbe troppo facile trasformare solamente in semplici  immagini. Un mondo naturale che colpisce ed emoziona e nel  quale ho difficoltà a trovare  una  giusta  distanza  per  avvicinarmi  a  queste  persone   con  il  dovuto   rispetto  per  osservare  e  capire ….










Siamo in un mercato alla ricerca di una comunità chiamata Bonda insediata sulle colline selvagge di questo distretto. Le foto non sono mie ma recuperate in rete. Sono un ceppo euroasiatico che si nota anche nei lineamenti e che l’isolamento ha portato a comunicare  in un linguaggio incomprensibile anche per le altre tribù. La polizia in borghese vieta rigorosamente le fotografie. Sono immagini fuori dal tempo. Non siamo semplicemente altrove, siamo nel passato, in un tempo diverso dal nostro, in un mondo dove vivono e resistono dei nostri simili ….



Un salto alla solita scuola per un saluto e  piccoli pensieri …. Grazie a Max per le penne.






La Lonely Planet  usa termini che non condivido  …. “ popolazioni in  lotta per respingere l’impulso egemone del consumismo invece di lasciarsi assimilare” . Oppure …..  “una popolazione che non è stata completamente colonizzata dalle lusinghe illusorie della modernità”.   Non condivido messaggi di questo tipo, non si può scambiare la povertà per autenticità culturale e confondere la dittatura indiana con un coraggioso rifiuto della globalizzazione. Nell’entroterra dell’Orissa le tribù degli Adivasi vivono ai margini della società indiana da sempre,  in guerra con lo stato centrale per difendere, rivendicare e preservare la terra dei loro antenati devastata dagli eccessi delle compagnie minerarie. Guerre dimenticate, che si alternano a snervanti negoziati  che non arrivano mai alle cronache ed alla fine …  E se le migrazioni di queste popolazioni ormai sono una causa persa e l’integrazione  è una bella idea ma irrealizzabile, mi chiedo cosa prevederà la fase successiva dei negoziati: una  preghiera?  L’emigrazione su un altro pianeta? Il suicidio di massa?







Gli Adiavsi sono una popolazione di 100 milioni di persone forse c’è ancora una speranza. Hanno alle spalle una lunga tradizione di sostenibilità e autosufficienza,  ideali socialisti di uguaglianza e giustizia sociale, e custodiscono i segreti di una vita sostenibile.  Un ostinato  desiderio di sopravvivere, così tenacemente da far tirare avanti comunque, anche in queste condizioni, un giorno dopo l’altro , un anno dopo l’altro …   l’unica cosa che mi consola è pensare che alla fine del nostro tempo loro saranno sempre lì.




Bhubaneswar, un elaborato tempio dedicato a Shiva, che conserva bassorilievi  con processioni di elefanti, cavalli ed immagini della divinità.




   
Non lontano sorge un incantevole tempio,  il Mukteswar Mandir. Risale al X sec.





Lingaraj Mandir,  imponente tempio dedicato al signore dei tre mondi costruito intorno all’anno 1000.  È circondato da un muro e l’unico modo per guardarlo è su un piattaforma aerea all’esterno del tempio visto che è accessibile solo agli hindu e vietato agli stranieri.




Le rocce di Ashoka. Sono editti scritti sulla roccia dall’imperatore Ashoka diffusi  in tutta l’India. Ashoka è una delle figure storiche più significative dell’India che,  a parte i Mughul prima e gli Inglesi molti secoli dopo, regnò su un territorio vastissimo e che contribuì alla diffusione del buddhismo.



Vedendolo dal mare i marinai lo chiamarono “ la Pagoda Nera”, ma per noi è il tempio di Konark. Fu costruito nel XIII sec. per celebrare la vittoria sui musulmani. Quello che è giunto a noi è stupefacente, uno dei monumenti più belli dell’India concepito come il carro cosmico del dio del sole,  Surya Mi fermo a guardare un mondo che mi scivola davanti. Cammino  per il sito archeologico  con la macchina fotografica in una mano e la guida nell’altra,  cerco  la bellezza nella polvere che si avvita sui resti di una civiltà morta.  Immagino come doveva essere prima che gli imperi cadessero,  mentre  la macchina fotografica  scatta gli ultimi applausi ….


Sette cavalli ( come i giorni della settimana) si impennano nello sforzo di muovere questo colosso in pietra. La base del tempio posa su 24 ruote ( una per ogni ora del giorno).



L’entrata è presidiata da due leoni che schiacciano degli elefanti.


Si entra nella sala delle danze …







… per salire sulla Jagamohan.




…  mentre dietro sorge il deul, senza guglia, con l’immagine di Surya sui tre lati.


Era un tempio straordinariamente imponente per l’epoca, e mi piace ricordarlo com’era  …



Interessante notare come in una foto del 1837 fosse ancora in piedi una parte della guglia posteriore ….. a volte scopriamo le cose quando si rompono. Non so se ci avete fatto mai caso, ma quando le cose si rompono occupano più spazio. Quando vengono distrutte ti rendi conto, troppo tardi, di quanto tutto fosse fragile  ….


STATO DEL BENGALA OCC.

Calcutta è stata ex capitale dell’India britannica. Conserva molti edifici  d’epoca coloniale, quasi tutti fatiscenti e ideali da fotografare.











L’antico tempio della dea Kalì rappresenta il luogo più sacro di Calcutta per gli hindu, ed è talmente importante che ha dato il nome alla città. All’interno del recinto sono vietate le foto, ma più interessante dell’edificio sono le code di pellegrini e fedeli che sgomitano affannati per farsi largo con l’intento di entrare nel tempio. La calca incanalata in un percorso obbligato è impressionante e ne rende impossibile e pericoloso il solo avvicinarsi. In un angolo del complesso si svolge la decapitazione rituale delle capre in onore dell’insaziabile dea.






È un’esplosione sensoriale per la vista e l’olfatto, è l’ideale per scattare le fotografie: è il mercato dei fiori con i suoi colori molto pittoreschi.






Madre Teresa è stata un faro di speranza per centinaia di migliaia di persone. Simbolo di sacrificio e dedizione,  ha sempre  offerto un tetto, cure, assistenza e dignità umana ai poveri, emarginati, orfani e malati terminali. Nobel per la pace e beatificata dal Vaticano.
Tuttavia non fu amata da tutti … Controverso il rapporto con  la maggioranza hinduista: nell’immagine mondiale rappresentava l’imperialismo religioso della chiesa di Roma, una missionaria cattolica la cui opera metteva in luce gli aspetti più negativi della capitale intellettuale e culturale del paese ….


 Se fuori da questo luogo un mondo continua ostinatamente a sopravvivere  con i suoi tempi ogni giorno tutti i giorni … in questa stanza il  tempo si era fermato.


Mi sento a disagio nello scrivere un mio pensiero severo su Madre Teresa, soprattutto ora che non c’è più, ma se non lo facessi andrei contro i principi che regolano queste pubblicazioni che sono semplici opinioni libere da condizionamenti esterni. Sono convinto che la sincerità anche se brutale sia un valore ed i valori non sono un optional,  anche se a volte possono essere spiacevoli. Non condivido le posizioni di Madre Teresa, che poi sono le posizioni della chiesa cattolica riguardo alla contraccezione, e le reputo un atteggiamento inaccettabile e insostenibile di fronte alla  crescente diffusione dell’AIDS ed altro non solo in India, ma anche in Africa o in America latina. Mi piace però ricordarla per quello che era,  una persona semplice che ha passato la vita a offrire un po’ d’amore alle persone morenti …  Prima di Madre Teresa  persino questo era un lusso sconosciuto per i più poveri. Persone come lei sono rare .... ed oggi  più che mai se ne sente il bisogno.


Non mi resta come al solito salutare tutti, da  Vikram  la nostra guida indiana che con la sua altissima professionalità e pazienza, unita ad una incredibile simpatia ci ha sopportato durante il nostro lunghissimo  soggiorno.


I soliti compagni di viaggio: Pier, Olimpio, Alex , e per ultimo ma non per importanza Massimo ……


E senza dimenticare: Magda, Michela, Margherita e Cri, oltre a tutti quelli che hanno collaborato alla riuscita di questo viaggio,  grazie a tutti


Conclusioni:

I dati sono impressionanti: un milione di laureati in ingegneria ogni anno. In dieci anni l’economia indiana è triplicata ed i suoi redditi continuano a raddoppiare ogni dieci anni, esi potrebbe continuare con telefonia, comunicazione ed elenchi di miliardari stilato dalla rivista Forbes .. ma tutte queste statistiche, anche se significative sono solo riuscite a mascherarne altre molto più deprimenti. L’ India è rimasto il paese dove abita un quarto dei poveri di tutto il mondo, dove 800 milioni di persone vivono con un dollaro al giorno. La malnutrizione infantile, secondo le stime  del Global Hunger Index, è al primo posto insieme a paesi come l’Eritrea.  L’impressione è che l’India viva l’illusione di essere una potenza mondiale come la Cina, ma che in realtà  non sia altro che un club di ricconi sopravvalutato, una borghesia oligarchica e corporativa. Una illusione costruita su uno straordinario passato dove Lahore, che con i suoi due milioni di persone era più grande di Parigi e Londra messe insieme, superava per ricchezza Costantinopoli.  Solo quando   arrivò il  colonialismo cominciò ad essere considerata povera. Oggi alle multinazionali internazionali interessa ben poco sviluppare l’India; il loro obiettivo è di poter disporre di manodopera a basso costo in condizioni insopportabili ed esposte a sostanze tossiche senza dover rispettare regole in difesa dell’ambiente. In fondo se il consumatore occidentale sapesse quali merci prodotte all’estero sono state fabbricate in condizioni disumane, non è scontato che non se preoccuperebbe minimamente. Non ho idea di quanto potrebbe costare la messa in sicurezza dei lavoratori e non credo che ci siano studi per stabilirlo, ma forse un euro o qualche centesimo in più sarebbero sufficienti. Mi chiedo se bisogna essere disposti a pagare una cifra così ridicola per essere sicuri che un acquisto non provochi  sofferenze umane? Poi ci sono gli Adivasi, che hanno una lunga tradizione di battaglie combattute per delle idee di sostenibilità ed autosufficienza, ideali cari al Mahatma Gandhi come socialismo, uguaglianza e giustizia sociale. Hanno un’incredibile rete di movimenti di resistenza dotata di esperienze e idee. Se c’è ancora una speranza vive qui e non nei grattacieli o nelle conferenze internazionali,  e si batte tutti i giorni per difendere foreste e montagne, fiumi e laghi. E’ il primo passo per re-immaginare un mondo fuori dal capitalismo e dal consumismo. Ma per conquistare questo spazio filosofico occorre uno spazio fisico sicuro per queste popolazioni sulla via dell’estinzione, custodi del passato e che in un altro contesto potrebbero essere la  guida per il futuro. Le persone cambiano, ma la storia rimane sempre la stessa e le civiltà ricche depredano quelle povere ieri come oggi …. Mi chiedo cosa succederà domani. Forse è troppo tardi per chiederselo, ma la speranza ha poco a che fare con la ragione.